La scorsa settimana sono andato al supermercato e vedendolo già pieno di uova di cioccolato coloratissime, mi sono ricordato della mia infanzia e di come attendessimo, io e i miei fratelli, l’arrivo della zia svizzera con gli immancabili coniglietti di cioccolata con annessa sorpresa.
Dal momento dell’arrivo e della consegna, dovevamo ancora attendere alcuni giorni prima di poter aprire la carta e rompere orecchie e collo del povero coniglio, tassativamente il giorno di Pasqua (prima era Quaresima e non si poteva godere). Non è che ci aspettassimo chissà cosa, ma il momento era magico e nulla poteva esserci di più atteso e interessante.
Questi momenti restano indelebili in ogni bambino, anche in quelli che l’uovo o il coniglio non l’hanno ricevuto e non lo riceveranno mai.
Cos’hanno tutti questi bambini in comune?
L’attesa.
L’attesa è il momento più bello.
Per noi adulti l’attesa non c’è più e pertanto non c’è più nemmeno la sorpresa. Il nostro lavoro quale sorpresa ci riserverà? Gli ottimisti, sempre meno, sognano una società dove la tecnologia aiuterà tutti a migliorare la vita, a comunicare più facilmente. I pessimisti vedono un mondo di incertezza, frustrazione, dove la sorpresa può essere solo un lavoro precario, un’incertezza per i figli, un’immigrazione selvaggia.
L’attesa è però ai nostri giorni diventata per molti angoscia, l’angoscia del futuro.
Quante persone saranno in pace con se stesse in questo periodo pasquale? Quante vedono il proprio futuro senza ansia e frustrazione?
Ma torniamo al supermercato. Compro un bell’uovo per il figlio di un amico che sabato mi ha invitato a cena. Arrivo e, come da famiglia cartolina, il bambino ci accoglie e gli consegno l’uovo incartato. L’attesa non esiste più e il pargolo si avventa sull’uovo. Dopo pochi secondi Mattia ha già sventrato la confezione, distrutto l’uovo e addentato un mega pezzo di cioccolata. Iniziamo i soliti convenevoli tra adulti, come stai, bene, quanto tempo, ma come ti trovo in for…. un urlo e un pianto sopra le righe, assurdo. Mattia è disteso a terra disperato (ormai i capricci sono disperazione) e tra un urlo e un singulto capiamo che nell’uovo non c’è la sorpresa.
OPS, un uovo di Pasqua senza sorpresa che uovo è?
Penso al nostro mondo di adulti, a quante sorprese ci hanno accompagnato in quest’ultimo anno:
⁃ la parabola discendente di Renzi,
⁃ l’ascesa di Donald Trump,
⁃ le guerre a grappolo nel mondo,
⁃ l’automazione incombente sul mondo del lavoro,
⁃ il nucleare che ritorna
⁃ i terremoti
Mi dico, forse sarebbe meglio che il futuro ci riservasse meno sorprese. Forse sto solo invecchiando.
Interrompo la scrittura di questo articolo e esco un poco rattristato per tornare a casa: serata primaverile con temperatura invidiabile, le giornate si sono già allungate, il mio ufficio è sul Naviglio, in piena movida milanese. Ragazzi di ogni razza e colore seduti al Vinaccio che si insultano allegramente, vecchie coppie di inglesi tracannano vino italiano al Rebelot, l’Albert come al solito cerca di rimorchiare due ragazze invitandole al samovar, i più fighetti sorseggiano un drink al Bond, i camerieri apparecchiano i tavoli del Pont de Fer (ottimo ristorante) cercando di flirtare con stile, saluto Daniela la mia amica somelier, il panettiere della Ripa si gode il fresco sul ciglio della sua bottega e gli amici libanesi vegani iniziano a distribuire centrifughe con dosi massicce di zenzero.
Mi fermo un attimo, guardo tutto l’insieme, il mio piccolo mondo e la pace scende in me. Eccola la sorpresa, eccola che ci viene incontro dentro il nostro uovo pasquale. Ma #chissenefrega dei lead, #chisseneimporta delle landing page e del quarter, per questa sera non ci pensiamo e godiamo la nostra sorpresa.
Lao Tzu scriveva:
“Se sei depresso vivi nel passato se sei angosciato vivi nel futuro. E se invece sei in pace, davvero, con te stesso, allora stai vivendo nel presente.”
Io, Dario Preda, scrivo:
“Se a Pasqua sei depresso mangiati il coniglio della zia svizzera, se sei angosciato abbuffati con l’uovo del bimbo schizzato. E se invece sei in pace, davvero, con te stesso, allora stai passeggiando sul tuo personale Naviglio.”
Buona Pasqua.