“Nell’antichità pare esistessero schiavi messaggeri che portavano i messaggi loro affidati scritti sulla nuca rasata in modo tale da preservare il segreto. Recapitando il messaggio al loro destinatario non ne potevano quindi in nessun modo leggere il contenuto.
In questa figura leggendaria dello schiavo-messaggero dobbiamo leggere la condizione della figura del figlio. Ogni figlio porta sulla sua nuca rasata le tracce – illeggibili – dell’altro. Portiamo sulle nostre nuche le sentenze, le maledizioni, gli auspici, le speranze, i desideri e le gioie delle nostre madri e dei nostri padri.”
Parto da questa riflessione tratta dal libro “IL SEGRETO DEL FIGLIO” di Massimo Recalcati per agganciarmi alla realtà digitale di tutti i giorni.
Mi faccio una domanda: Quale può mai essere il messaggio che i nostri genitori ci hanno tatuato sulla o nella testa, tale da averci accompagnato senza accorgercene in questa era digitale?
O meglio: Qual è il messaggio tatuato che lasceremo ai nostri figli e loro ai propri?
Nel nostro mondo chi è lo schiavo messaggero?
Lo strumento che trasmette il messaggio: lo smartphone? il PC? la TV?
oppure
Il media: l’SMS? L’email? La DEM?
o ancora
La Display? Il Native?
o ancora
I Social? Facebook? YouTube?
Come vedete, ci sono un sacco di domande che, come sempre, presuppongono di immaginare il futuro.
Passare da messaggi tatuati sul cranio, ai pizzini, alla crittografia, a che cosa?
Come sarà la comunicazione dei prossimi anni?
Provo a fare un parallelo tra il mondo dell’automotive e quello della comunicazione.
Lo scorso anno (2016) le previsioni per vedere auto a guida autonoma erano stimate nel 2030/40. Oggi è prevista già a partire dal 2025. Domani?
Lo scorso anno (2016) gli investimenti digitali in comunicazione hanno superato quelli in TV, Stampa, Radio, ecc. Oggi la comunicazione digitale ha un nome che gli addetti ai lavori chiamano programmatic. È un software che conosce cosa abbiamo tatuato in testa, conosce i nostri dati anagrafici, i nostri hobby, il nostro lavoro, le nostre abitudini, quante volte e quanto a lungo consultiamo siti di cucina o che auto ci piacciono. Domani?
Pensiamo di essere noi gli utilizzatori, ma credo che sia iniziata una nuova era in cui gli SCHIAVI MESSAGGERI SIAMO NOI.
Tutti noi utilizziamo gli strumenti un po’ come gli antichi padroni utilizzavano gli schiavi per trasportare i loro messaggi. Portiamo con noi i nostri smartphone pensando di trasportare con noi uno strumento. In realtà è lui che segue noi e impara, assembla in un unico contenitore tutto quanto il genere umano fa, dice, pensa, scrive.
Domani un unico grande database conterrà in DNA digitale di ognuno di noi e lo condenserà in un unico cervello. Lo schiavo messaggero moderno, a differenza di quello dell’antichità che in cambio riceveva la sopravvivenza e i minimi mezzi di sostentamento, riceverà una vita più semplice e sicura? Saremo tutti un poco più liberi oppure più schiavi?
Tra l’essere più sicuri e tranquilli, ma più schiavi e più uomini, o più liberi, ma insicuri e affamati, cosa sceglieremo?
Forse è già tutto tatuato dentro noi?