A cura di Dario Preda, Founder di Landing Pages Manager
FACEBOOK e l’ipotesi di reato per l’uso indebito dei dati delle persone iscritte al social: è questo l’argomento del giorno. Alcuni addetti ai lavori si stupiscono del fatto che noi tutti ci stupiamo. L’argomento principale è questo, dicono: è mai possibile che le persone non si siano accorte che hanno consegnato ai social, a Facebook, a Google, a Amazon anima e corpo? Sentimenti, amore, indignazione, idee politiche, ricordi, momenti allegri e tristi, emozioni, indignazione…
Sì è possibile, anzi mi vien da pensare che continueranno a farlo nonostante tutto. Ma perchè le persone trascorrono circa 200 milioni di ore al giorno (dato relativo solo alla permanenza su Facebook) per generare gratis contenuti che altri poi possano utilizzare e che consentono a Facebook di guadagnare? In cambio di questo cosa ottengono le persone? Google guadagna utilizzando i nostri profili per mostrarci annunci pubblicitari in relazione alle parole chiave che cerchiamo sul motore di ricerca. L’obiettivo di Google è sapere il più possibile di noi per poter rassicurare chi? Ma sempre voi care aziende. Siete sempre voi, aziende, che volete sapere sempre di più e sempre con maggiore precisione dove finiscono i vostri soldi.
La raccolta dati ai tempi dei big data: la privacy social è un concetto complesso
Perchè gran parte dei budget pubblicitari stanno passando dalla carta stampata al web? Dalla Tv al web? dai media tradizionali al web? E perché quei budget pubblicitari che permangono sui media tradizionali si devono quantomeno interfacciare con il web? Bene, è semplice: per quanto i lettori, i teleappassionati, gli utenti finali siano profilati non lo saranno mai tanto quanto le aziende vorranno. Ora le multinazionali della rete possono dare tutte le rassicurazioni del caso ai loro inserzionisti e sono diventate ingorde ricercatrici dei dati dei clienti. Ma allora sono cattive, verrebbe da pensare. No, per ora hanno solo sfiorato il bordo dell’abisso ed è necessario, da parte di tutti, mettersi all’opera per stabilire il limite oltre il quale non si può e non si deve andare.
Nessuno di noi addetti ai lavori pensa che la profilazione degli utenti sia una cosa negativa in sé. La profilazione esiste da quando esiste il mondo degli uomini, ossia da parecchi millenni. Pensate al censimento ai tempi di Gesù: non era forse un tentativo di controllare e profilare le persone? Oppure le Pagine Gialle per chi non è un millennials? Fino ad arrivare alle nostre Landing Page.
Una profilazione virtuosa e consapevole è, in realtà, un enorme vantaggio per il consumatore. Gli permette di non perdere tempo, ricevendo informazioni e promozioni strettamente interessanti, che riguardano solo ed esclusivamente i suoi gusti.
Occorre, quindi, fare un distinguo ben preciso sulla valanga di informazioni che si stanno rincorrendo sul web in questi giorni. Perché si fa un gran parlare di GDPR, protezione dei dati personali e possibili abusi, ma lo si fa, nella maggior parte dei casi, per sentito dire e senza avere realmente chiaro lo scenario. La domanda principale è: chi ci ha costretti a rimpinguare di informazioni personali i social network e il web in generale? La risposta è: NESSUNO.
Nessuno, signori. Siamo stati noi, come Pollicino, a disseminare la strada di informazioni che non abbiamo ritenuto tanto importanti. Le abbiamo lasciate dietro, ma il nostro intento non era quello di ritrovare la strada, bensì di farci seguire.
Il rischio, in questo momento, è che si ecceda nel senso inverso, chiudendosi completamente alla comunicazione dei propri dati. In realtà basta scegliere canali e strumenti giusti.
In tal senso, la Landing Page è uno strumento verticale, deputato a uno scopo ben preciso. Pertanto, sia per la richiesta di informazioni su un prodotto o servizio oppure per l’adesione a promozioni, i pochi dati forniti compilando Landing Pages verranno utilizzati solo ed esclusivamente per quello scopo.
Quindi, il consiglio che mi sento di dare ai consumatori e alle aziende è quello di scegliere strumenti sicuri ed efficaci per veicolare i propri dati, senza paura.
Infine credo che non si debbano neanche demonizzare i social network, che dovrebbero solamente essere utilizzati in maniera corretta e consapevole. Tuttavia, non nascondo di avere una grande curiosità di sapere quanti siano i profili Facebook cancellati nelle ultime ore…